domenica 16 febbraio 2014

I “troll” del Pd: influencer che si autodefiniscono “spartani”

Immagine 1di Riccardo Ghezzi -

“Questa è Sparta”. Inizia così, con l’urlo di Leonida che ha reso celebre il film 300, il video di Youdem, la tv digitale del Partito Democratico, per celebrare le mirabolanti imprese della truppa di ragazzini arruolati come troll per diffondere i contenuti propagandistici in rete.
Bisogna pur sempre giustificare l’esistenza di un Youtube del Pd, la cui direttrice Chiara Geloni, che si è dimessa appena due settimane fa, percepiva lo stipendio di seimila euro al mese. Una tv di partito che costa 2 milioni all’anno alle casse disastrate del Pd.
Qualcosa deve pur fare. Un video per rivelare l’esistenza dei troll, ad esempio, che tanto ha fatto infuriare i grillini.
“Il Pd usa ragazzi per insultare su internet” è il titolo di un post apparso sul sito grillino attivo.it. Nel video di Youdem, che pubblichiamo anche noi, non traspare che l’attività sia quella di insultare e causare flame, ma certo non si fa mistero dell’uso propagandistico della rete.
Quei ragazzi, però, più che 300 spartani giovani e forti sembrano leoni da tastiera
“Fare propaganda e campagna” per l’allora segretario Bersani, ma soprattutto “usare l’arma dell’ironia”. Oddio, non che faccia particolarmente ridere “Mitopoiesi contemporanea”, certo sono più divertenti le supercazzole del conte Mascetti o le frasi astruse dell’alleato Nichi Vendola, ma i ragazzotti ci sanno fare.
L’occupazione militare e spartana di internet, costituita da una ventina di coordinatori che stanno nella redazione del Nazareno e da un migliaio che “trolleggiano” da casa propria, ricorda la logica degli influencer di Casaleggio. Ma quelli del Pd sono ragazzi che stanno su internet parecchie ore al giorno, si definiscono “volontari” ma è difficile pensare che lo facciano del tutto gratuitamente.
Sono a loro volta coordinati dai leader di partito, a meno che con la segreteria di Renzi non sia cambiato il modo di gestire la propaganda: chissà cosa potrebbe partorire, però, il Rottamatore sindaco di Firenze a tempo perso nonché inventore di Florence Multimedia, la società di comunicazione della provincia di Firenze trasformata in una macchina da guerra per valorizzare l’immagine di Renzi.
Ma cosa hanno prodotto i troll di Bersani immortalati da Youdem e finiti nel mirino dei grillini? Tanti bei risultati. La viralità di certe bufale, la campagna pro Pisapia sostenuta dalle cosiddette “Sentinelle politicamente scorrette della rete” (influencer del Pd, per l’appunto), cyber-stalking a Red Ronnie, azioni di cyber-bullismo, una famigliola di simpatici troll che si fa chiamare “Skura” e che genera pagine satiriche a ripetizione. Alcuni esponenti degli Skura collaborano con la testata Giornalettismo, altri preferiscono invadere pagine di centro-destra o grilline.
E poi c’è la pagina finta satirica, molto propagandistica pro Pd, per eccellenza: Siamo la gente il potere ci temono, che ha avuto il privilegio di essere pubblicizzata pure da Radio24 nonostante non abbia esattamente un esercito di fan
Che ruolo hanno avuto i “troll” del Pd in fenomeni come Popolo Viola e Se non ora quando, nati sulla rete? E qual è stata la loro capacità di influenza virale nel proliferare di bufale sul web?
Non siamo in grado di dirlo.
Né sappiamo se ad oggi la forza del Pd sulla rete sia superiore addirittura a quella del Movimento 5 Stelle.
L’unica certezza è che i Democratici stanno tentando di monopolizzare satira e informazione in rete. E non sembra stiano fallendo.
Certo, sarebbe ironico e paradossale se si scoprisse che gli unici utenti pagati per fare propaganda politica su internet siano proprio coloro che definiscono “servi prezzolati da Berlusconi” i loro avversari politici.


Fonte:http://www.qelsi.it/2014/i-troll-del-pd-influencer-che-si-autodefiniscono-spartani/

sabato 15 febbraio 2014

Moriremo democristiani ?


di Gianni Fraschetti -

Inesorabilmente l'Italia torna a cantare biancofiore e a tingersi di virgineo candore neo democristiano.  Il governo Letta, sicuramente, ed ex aequo con Monti, il peggior governo dal dopoguerra, è caduto. Lo sostituirà il primo governo Renzi, un altro democristiano di lungo corso che regole demenziali di congresso ( il voto aperto) hanno spinto alla guida del PD. Alla faccia di spezzaferro D'Alema e di tutti i post comunisti, rimasti con un palmo di naso.  Berlusconi, alla fine, si è cagato in mano, come sostanzialmente ha sempre fatto durante questi vent' anni, e  inciucia con Renzi nella speranza di salvarsi il culo. Il PD si sta frantumando. Dopo che  Epifani  ha detto a tutti, come gli ubriachi, di avere  ucciso  il caimano, il suo successore lo ha resuscitato  e nessuno nel caravanserraglio pieddino, si sta rendendo  conto  che il vero morto è proprio quel partito. Matteo Renzi è l'uomo nuovo, l'uomo di plastica, quello costruito per venire bene in televisione, che non lascia nulla al caso, nemmeno il colore della camicia. Il "Fonzie de noantri", accuratamente assemblato a tavolino, nei laboratori esteri dove si decidono le sorti dello stivale,  con il compito di portare a termine l'operazione "resurrezione centrista", iniziata vent'anni fa, subito dopo la comparsa sulla scena del circo Berlusconi.
L'Italia si era appena avviata sulla strada del bipolarismo e di una auspicata modernità ma non ci hanno dato nemmeno il tempo per respirare. Niente da fare, non se ne è potuto nemmeno parlare di cose serie, del nostro futuro. Il bipolarismo avrebbe dovuto essere un confronto tra  idee e modi di concepire lo sviluppo della nostra nazione, lo hanno invece ridotto a una vergognosa rissa da osteria tra i nemici del cavaliere e i suoi aficionados. La solita disputa vociante tra guelfi e ghibellini. Una rissa nella quale non c'e' stato spazio per altro che per gli insulti, una confusa ammucchiata che è servita ad alzare un grande polverone e a coprire le peggiori nefandezze ai nostri danni, quelle che ci hanno alfine condotto nelle condizioni attuali.  Tanti sentiti ringraziamenti, dunque, a Santoro, Travaglio, Barbacetto, la Annunziata, Gomez, Crozza, la Guzzanti, quel michione di Giovanni Floris, e mi scuso con i tanti che non ho citato, che ci hanno ben cloroformizzato mentre i loro padroni, le centrali di potere finanziario e le tecnocrazie europee, ci espiantavano gli organi.  I giullari dell'Euro hanno svolto bene il loro lavoro: dovevamo ritornare di corsa nella palude puzzolente dalla quale eravamo appena usciti e ci siamo ritornati. Poveri e menomati nel fisico e nella volontà. Adesso, dal cardinal Bertone (che Dio lo fulmini) a Luchino di Montezemolo, dai presidenti della confindustria (carica che ormai serve solo a proteggere il proprio personale culo e non il sistema italiano delle imprese) a Marchionne, ai controllori del sistema mass mediatico, insomma proprio tutti, indistintamente, si stanno dannando l'anima  per resuscitare la cara estinta, quella balena bianca che tanto bene ha fatto all'Italia da fare nascere l'invocazione...mio Dio non farmi morire democristiano.  Una balena che prima ancora di rinascere, pur essendo attualmente un ectoplasma gelatinoso e dalle forme ancora indistinte si è già posta, anema e core, al servizio dei poteri veri, quelli che contano sul serio (grande la nomina dell'uomo del FMI a commissario per la spending review), schierata a spada tratta contro il concetto/valore  di popolo e nazione, come sempre aveva fatto dai tempi di Don Sturzo. Nulla di nuovo, dunque sotto il cielo d'Italia,  e allora le fogne tracimano e  il centro del ring è ormai occupato solo da questa plebaglia: Renzi, i Letta, Alfano, Rosi Bindi, Lupi, Formigoni, Franceschini, Mauro, Mario Monti, e  l'elenco è ancora molto lungo. Interminabile.  I post comunisti, nel frattempo, sembrano definitivamente  folgorati da demenza irreversibile e vanno al traino, costretti a
seguire "i cattolici in politica" del loro partito per non perire, o, se preferite,  a mussolinianamente marciare per non marcire, ma totalmente passivi. Una zavorra inutile destinata comunque a essere rottamata, come da puntuale programma del buon Matteo l'asfaltista. Un programma peraltro noto e abbondantemente pubblicizzato dal Sindaco di Firenze, anche se pare che l'unico che lo abbia ben compreso, in tutti i suoi molteplici aspetti,  sia  stato, alla fine, solo baffino "spezzaferro" D'Alema, che sarà pure presuntuoso e antipatico ma non totalmente cretino.  
Il pelo sullo stomaco di questa gentaglia ha dell'incredibile. Nei giorni che avevano preceduto il voto di fiducia al suo defunto governo, Letta era pronto a caricare a bordo Orellana (il grillino più cretino che ci sia) e i senatori pentastellati in grave ansia da 27 del mese, ma poi non ha fatto una piega di fronte a Formigoni (sissignore, proprio lui ! Il Celeste  prurinquisito ex presidente della regione lombardia) e alle truppe di CL e della Compagnia delle Opere (l'ala disgustosamente affaristica del cattolicesimo politico), a  Giovanardi (altra merdaccia democristiana dai contorni morali e politici disgustosi) a  Scilipoti e quella adamantina figura di Paolo Naccarato, un personaggio eticamente qualche gradino sotto a Razzi. E abbiamo detto tutto. Ciò che aveva   dannato e perduto l'anima del cavaliere, diveniva quindi assolutamente potabile e manifesto segno di ritrovata concordia nazionale per questi delinquenti senza scrupoli,  per i quali l'obiettivo è chiaro come non mai: Francia o Spagna purchè se magna. E adesso con Renzi  si riaccomodano tutti a tavola, con le loro eleganti femmine, quali novelli proci, ad ingozzarsi, mentre noi, il popolo, verremo spremuti con nuove tasse per ripagare gli interessi ai banchieri amici loro. Quanto al cavaliere che dire ? Sta ammainando nel momento peggiore e nella maniera peggiore, la bandiera dietro la quale avrebbe potuto raccogliere parecchi milioni di italiani per l'ultima battaglia. Una battaglia contro la UE e contro l'Euro e contro la BCE che avrebbe potuto ancher essere vincente, ma il terrore per le rappresaglie sulle sue aziende e l'età non più verde lo hanno evidentemente trattenuto.  Col bel risultato che perderà  tutto, adesso. Come politico e come imprenditore. Stia pure tranquillo e non si illuda. Renzi è solo un boia col sorriso sulle labbra e la Forza Italia guidata da Toti che guida la riscossa è il sogno senile di un demente.. Non avranno pietà, lo sbraneranno vivo insieme alla sua progenie.  Un pochino fa pena ma in fondo, guardandolo mentre con gli occhi smarriti, privi ormai di luce interiore, assiste al crollo del suo impero, ci viene spontaneo dirgli...te la sei cercata bel morettino, non lo sapevi che chi va per questi mari, prende questi pesci ? Aveva avuto vent'anni per creare una classe dirigente. Nel partito e nei centri di potere e di comunicazione.
Non è stato capace nemmeno di dare una ripulita dentro Mediaset. E' andato avanti coi Mentana e gli Sposini e ancora oggi continua con  la Palombelli e i Telese, in una patetica  cronaca di una morte annunciata: la sua. Santoro, che era clinicamente deceduto, lo resuscitò lui, all'epoca del raggio verde. Saviano, "l'intellettuale scomodo",  che non perde occasione di sputargli in faccia, dopo avere rigorosamente tirato su col naso per avere più "materiale da lancio", lo ha creato la Mondadori, altrimenti stava a coltivare pomodori nell'agro nocerino-sarnese. Per quanto riguarda il resto, invece,  il cavaliere vorrebbe raccontarci che gli  Alfano, la signora Boccia, Quagliarello, Lupi, Lorenzin, Tajani e il resto del circo barnum neo democristiano di cui si è circondato erano il meglio che girava per lo stivale per fare Forza Italia ?  Cosa si aspetteva che succedesse con gente simile? Un bel miracolo a Milano e vedevamo tutti volare su scope e biciclette ? Ahimè, non funziona così, nella vita  ognuno, alla fine,  raccoglie ciò che semina e il cavaliere adesso raccoglierà  suoi cocci, sempre se glieli lasceranno, o magari daranno anche quelli a De Benedetti. In tutto questo, però, il costo del vaso Italia andato oramai in mille pezzi, lo pagheranno gli italiani. E piangeranno lacrime amare. Molto amare. Amarissime, se me la passate.

Le nuove finte bionde


di Gianni Fraschetti -

Le "Finte Bionde" fu un film dei fratelli  Vanzina. Girato negli anni del rampantismo e dell' "Italia da bere" mise impietosamente a nudo quella categoria di femmine arricchite che imperversavano nel "generone" romano. Quella razza si è evoluta e oggi è una fauna molto diffusa nei quartieri bene di Roma e delle altre metropoli italiane. L'attuale "finta bionda" è una donna nuova, con le nuove idee della nuova politica. Immersa nel nulla, vagamente annoiata e leggermente blasé, vive la passione e l'impegno politico come l'acquisto di un tailleurino di Escada o di un nuovo paio di scarpe di Jimmy Choo, con una punta di fastidio, come se fosse una penitenza ma ahimè, noblesse oblige e dunque tracanna l'amaro calice fino alla feccia.
Alla moda senza mai risultare appariscente o eccessiva. Sexy senza scadere mai nella volgarità. L'eleganza innata si potrebbe dire... Tutti la inseguono ma pochi la possiedono. Misurata dunque, moderata. Si circonda di una corte dei miracoli composta di lemuri adoranti cui piacerebbe  tanto essere di sinistra in questo modo soffice che ricorda da presso quello che fu dell'Avvocato per antonomasia, perchè la nostra eroina è una donna di sinistra, ci mancherebbe, ma non troppo di sinistra. Di sinistra con soave leggerezza, si potrebbe dire, esemplare testimone di quella sinistra neo liberista e capitalista che è la vera protagonista di questa epoca felice.  Discetta, sfiorandoli, degli argomenti più attuali. Da Matteo Renzi all'immigrazione clandestina, da una difesa d'ufficio della Boldrini e della Kyenge, allo "ius soli" (termine latino del quale non conosce nemmeno il significato). Alla fine il Festival di Sanremo, nel chiuso di casa sua, se lo guarda pure lei e magari pure il Grande Fratello, Amici e X Factor,  sempre immersa nel più banale luogo comune e nel conformismo borghese, come se fosse la soffice schiuma di una preziosa essenza da bagno. Una leggerezza che la accarezza, vellica,  stimola, le rende la pelle liscia e levigata come la seta e la rende più bella e profumata agli occhi del mondo. Una leggerezza che la rende moralmente superiore al tuo prossimo e che pare schierarsi sempre con la ragione e il buon senso comune, anzi, che sembra il buon senso stesso farsi verbo. Un buon senso che non arriva oltre la punta del naso di chi ascolta però, altrimenti capirebbe che finisce sempre, inevitabilmente, col fiancheggiare il potere più bieco. Ma non ha importanza, perché quel tipo di donna ama circondarsi di inguaribili cretini (dei quali vivaddio è pieno il mondo) e ha convintamente scelto la terza via nell'eterno dilemma di Fromm. Stretta nel dubbio amletico tra avere o essere, la nostra eroina ha pragmaticamente scelto di sembrare. E allora lei sembra. Sembra sempre e comunque, sempre e dovunque. Sembra profonda nel pensiero, intelligente nei concetti che esprime, colta nella citazione, fluente nell'eloquio, teatrale nella dizione, garbata nella forma e ammiccante nella proposta. Dio che orrore.

Emma Bonino: la Cagoia degli anni duemila

di Gianni Fraschetti

Dunque Letta è fottuto ci piace  salutarlo così, con un parallelo storico e con la speranza di non rivedere in futuro il Ministro più ignobile del suo governo proseguire la sua opera. A differenza di Nitti, Letta ebbe un'accoglienza molto lusinghiera quando si insedio'. Fu l'unica grande differenza tra i due. per il resto, come Letta, Nitti riassunse il suo programma in pochi punti, quattro, che espose alle Camere e che portavano al quarto punto gli ordinamenti economici e finanziari che la nuova situazione rendeva inderogabili, da quel momento i due, Nitti e Letta, paiono marciare su binari paralleli. Uno ebbe il terremoto della Toscana e della  Romagna e l'altro le alluvioni della Sardegna e dell'Emilia e ambedue si ritrovarono a che fare con movimenti di piazza dovuti al carovita. Movimenti spontanei ma che vennero accompagnati da tumulti di piazza. Come Nitti Letta non cura il male ma lo nasconde dietro provvedimenti inutili e molto spesso dannosi. Insomma e' la storia che si ripete, come sappiamo che succede. All'epoca di Nitti l'Italia smobilito' l'Esercito e cinque milioni di uomini si trovarono all'improvviso a dovere sbarcare il lunario. Oggi stiamo smobilitando il nostro apparato industriale e milioni di persone si stanno ritrovando senza un lavoro e con seri problemi a tirare avanti la famiglia. Ai fini pratici e' la stessa cosa. Per dominare la situazione Nitti creo' la Guardia Regia.Letta si affida alle due Brigate di Eurogendfor in addestramento presso la caserma Chinotto a Vicenza, anche la storia ci insegna che tutte le repressioni sono inevitabilmente sfociate in rivoluzioni. In Italia dal 1820 al 1848 rivoluzionari furono tutti coloro che poi andarono sui libri di storia come eroi e patrioti. Nel 1922 si ripete' la cosa e nel 1945 pure. Uno dei detonatori di allora fu la questione fiumana, unita al contemporaneo provvedimento col quale Nitti amnistio' 600.000 disertori che vennero congedati con la stessa formula di chi si era fatto anni di trincea. Un provvedimento pessimo che dimostro' la cecita' infinita di una classe politica che viveva ormai fuori dalla realta' e che non avvertiva piu' il polso del paese reale. Una classe politica che stava divenendo il becchino di se stessa. La situazione del paese era ormai di totale ebollizione e durante un comizio tenuto a Roma, all'Augusteo, in sostegno delle rivendicazioni di Fiume, i poliziotti di Nitti si gettarono selvaggiamente contro gli ex-combattenti, i cittadini, le famiglie. I mutilati. Migliaia di persone che defluivano dal comizio finirono travolti dai cavalli della nuova Guardia Regia e ferocemente percossi dalla polizia. Una settimana dopo veniva firmato a Saint Germain il trattato di pace con l'Austria. Un trattato di pace che ci lasciava con un palmo di naso e con gran parte dei nostri problemi irrisolti. Soprattutto non definiva la questione di Fiume che il trattato di Londra aveva assegnato alla Croazia e che continua nel suo processo di suppurazione e di avvelenamento della vita politica italiana. Ma al problema di Fiume avrebbe trovato soluzione un gesto d'audacia di Gabriele D'Annunzio e da un pugno di ufficiali del 2° Battaglione dei Granatieri di Sardegna seguiti dai loro uomini. In questo frangente D'Annunzio coniò  per Nitti un soprannome. Lo folgorò da Fiume col feroce e  dissacratorio nomignolo di Cagoia.
La notizia della fulminea occupazione di Fiume commosse profondamente quella parte della Nazione che non era corrotta dall'uomo innominabile. Tutta la miglior gente d'Italia applaudì il gesto magnifico e si mise a disposizione del Poeta. Invano Cagoia, dal suo mollume impotente, piagnucolando e inginocchiandosi innanzi agli Alleati, (vi ricorda qualcuno ?) aizzava le plebi ignoranti contro i "disertori" e gli "ammutinati" di Ronchi.
La casta politica che insudiciava da cinquant'anni l'Italia, che non era capace "se non di amministrare le proprie turpitudini, pur di godersi il suo potere impotente" (vi ricorda niente ?), era già condannata a morte.
La gioventù era insorta, la Poesia fatta azione, l'Ideale fatto arma avevano avuta ragione della senilità e della vigliaccheria, e la nuova Italia, recuperata la sua coscienza, la sua dignità, la sua fede, aveva iniziata la marcia infaticabile verso l'avvenire.
L'atto di Gabriele d'Annunzio è pertanto così grande e perfetto nella sua espressione di universale bellezza che supera i limiti di una contesa di territorio e a tutti s'impone con l'eloquenza della sua forza spirituale.
Quando nella pura luce di quel mattino di settembre, la barra di Cantrida volò in turbini di schegge, non furono soltanto disciolte per sempre le catene del servaggio fiumano, ma crollò tutto il vecchio mondo affarista delle oppressioni e delle viltà, e balzò, armata e pura, l'Idea della santa forza purificatrice e redentrice.
La nostra situazione e' identica a quella dell'Italia di allora, una casta politica capace solo di amministrare le proprie turpitudini, una massa sempre crescente di italiani disperati cui si aggiungono le centinaia di migliaia di esodati che tra breve non avranno piu' di che vivere. Una nazione allo stremo. Ci manca Fiume, il detonatore ma abbiamo i  due Fucilieri di Marina prigionieri degli indiani da due anni ormai sotto la spada di damocle di una condanna a morte. Se vi puo' essere ancora un simbolo della Patria in questa Italia di oggi, bene quel simbolo non possono essere che quei due ragazzi che da molti mesi non hanno mai fatto vacillare il loro orgoglio di soldati italiani. nemmeno per un attimo. E se loro sono come Fiume, il simbolo stesso della Patria che tutto racchiude in sè, chi si merita dunque l'appellativo di Cagoia ? Non ho il benche' minimo dubbio su chi sia il nuovo Cagoia, il Cagoia degli anni duemila. Ha un nome ed un cognome: Emma Bonino la frustrata. Difficilmente rivedremo al governo di questa nazione uno zero spaccato del suo calibro.

Storia inquietante della morte dell'estorsore della famiglia Boldrini


Un tipo molto strano lo presenta al fratello della presidente e chiede soldi. Per questo viene arrestato e tenuto a lungo in cella, senza nemmeno una visita psichiatrica. E qui  s’impicca, lasciando dietro di sé molti dubbi


- di Annalisa Chirico -
Studio-approfondimento sulla scomparsa di Sergio Isidori». Si parte dalla sparizione del piccoloSergio di soli 5 anni, nel lontano 1979, per passare al Silenzio della Rosa, una raccolta di racconti scritti da un prete. Il culto della Madonna delle rose, la simbologia della Vergine e della Madre nera: «Rosa equivale a Iside e Iside equivale a Isid-ori»… Di queste farneticazioni è zeppo il bislacco «dossier» che il 6 settembre 2013 Michele Riccardi, un ragioniere disoccupato di 43 anni, consegna all’ufficio comunale di Monte Roberto (Ancona): l’uomo vuole che ne prenda visione Ugo Boldrini, segretario in quel comune ma soprattutto fratello della presidente della Camera, Laura Boldrini.
La mattina del 13 settembre i due si incontrano in comune. Ma sono in ascolto anche i carabinieri, perché Ugo Boldrini ha presentato una denuncia per tentata estorsione. Riccardi, che gli si è presentato sotto il falso nome di «Mirko Rocchi», vuole infatti concludere un affare con i Boldrini: vuole vendere un farneticante «dossier» dove ha distillato il suo studio sulla scomparsa del bambino e su misteriose trame esoteriche che a suo dire coinvolgerebbero Laura.
La presunta estorsione, peraltro, è assai anomala. Prima di tutto perché l’uomo ritira da Ugo Boldrini un assegno di 3 mila euro, più 500 in contanti, e in cambio gli consegna addirittura una quietanza firmata, con tanto di contratto. Tutto, insomma, è tracciabile, tutto è alla luce del sole. Ma di strampalato non c’è solo questo. Basta leggere l’incipit del documento, e soprattutto il paragrafo in cui Riccardi traccia un collegamento tra il «sacrificio» del bambino in «forma di ringraziamento o propiziatorio verso la divinità satanica-ebraica di Iside la nera, conosciuta anche come culto demoniaco Lilithiano», e la «brillante carriera» del «beneficiante» di quel sacrificio. Laura Boldrini non è mai citata espressamente nel dossier, ma il riferimento a lei è chiaro.
Riccardi è un uomo molto strano, quasi uno squilibrato, però appare incapace di fare male a una mosca. È infantile, più che naïf. Lo si capisce anche da toni ed espressioni della conversazione intercettata dai carabinieri, là dove il presunto estorsore suggerisce alla sua vittima, Ugo Boldrini, come compilare l’assegno per evitare che la cifra scritta possa essere corretta e aumentata.
Un divorzio alle spalle, nessun figlio, Riccardi è disoccupato dal 31 agosto e da allora trascorre il tempo in solitudine. Vive a San Marino, dove da tempo coltiva studi di criminologia ed esoterismo. È incensurato. Forse non si rende conto di commettere un reato, con la vendita del «dossier». O forse è davvero persuaso di aver prodotto un documento scientifico: «Pensava davvero che venderlo in quei termini fosse una cosa lecita» sostiene il suo legale, Alessandro Petrillo. «Riccardi aveva una visione deformata della realtà, non a caso aveva preparato una quietanza per la riscossione dell’assegno».
Quella paradossale quietanza, di cui resta traccia anche nell’intercettazione, non è però agli atti. Ed è scomparso anche Riccardi. Nel senso che l’uomo è morto: il 15 novembre, dopo due mesi trascorsi nel carcere di Ancona, s’è impiccato alle sbarre della finestra mentre i suoi compagni erano all’ora d’aria. Su alcuni fogli di carta trovati vicino al suo cadavere restano le ultime parole di un uomo terrorizzato, prostrato da una carcerazione che gli pareva non dovesse avere fine. «Lo stato psichico di mio fratello era incompatibile col carcere» afferma sua sorella, Maria Lucia. «Quando sono andata a ritirare i suoi effetti personali, due ispettori della polizia penitenziaria mi hanno detto che per loro non avrebbe mai dovuto entrare in una cella».
Chi ha conosciuto Riccardi, in effetti, racconta che bastava guardarlo in faccia per capire che aveva problemi di equilibrio psicologico. Ma tutti lo descrivono come un tipo innocuo, un bambinone che si chiudeva talvolta nel mutismo. Eppure, nessuno dei tre pm incaricati del fascicolo in cui è coinvolta la terza carica dello Stato si risolve a disporre una perizia psichiatrica. Preso atto della «ferrea opposizione» all’ipotesi dei domiciliari, l’avvocato Petrillo avvia una trattativa informale nella speranza di attenuare le rigidità del carcere. Ma non riesce a smuovere il tribunale.
«Mio fratello» protesta Maria Lucia «è stato vittima di un autentico agguato. Se fosse capitato a chiunque altro, senza il coinvolgimento dei Boldrini, pensate che ci sarebbe stato un tale dispiegamento di forze?». La sorella di Riccardi era pronta a trasferirsi nel Riminese per affittare un appartamento da condividere con il fratello. Tutto pur di attenuare l’intransigenza della procura in una vicenda che aveva assunto i contorni di un affare di Stato. Anche la stampa locale si era scagliata contro il presunto estorsore: aveva fatto filtrare anche la suggestiva notizia di una pistola rinvenuta nell’appartamento dell’uomo, a San Marino. Nessuno aveva però precisato che Michele, ex carabiniere durante la leva, possedeva un regolare porto d’armi.
Il caso solleva molti dubbi. Perché il fascicolo di un presunto estorsore viene assegnato addirittura a tre pm? Perché un incensurato con chiare manifestazioni di disagio mentale, uno che vaneggia di sette e riti neri, viene seppellito in carcere per due mesi insieme a criminali comuni? Perché la procura non chiede una perizia psichiatrica per accertarsi della compatibilità con la galera? Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice si paventa il rischio di reiterazione del reato: possibile? E nei confronti di chi?
All’indomani dell’arresto, in un’intervista al Resto del Carlino, Ugo Boldrini aveva raccontato che la sorella Laura «si è fatta una risata dopo aver saputo quanto accaduto». E aveva aggiunto: «Ripeto, siamo gente perbene, normalissima e anche se mia sorella è presidente della Camera ci piace vivere con grande semplicità». Tanta semplicità da non pensare che forse l’autore di quel dossier «farneticante», così lo bolla oggi la presidente Boldrini interpellata da Panorama, non era un pericoloso estorsore ma uno squilibrato che non doveva stare in carcere. Laura Boldrini vuole aggiungere  pochissime parole: dice di avere provato «grandissimo turbamento» nell’apprendere la notizia della morte. E qui si ferma.
Maria Lucia Riccardi scuote la testa: «Sarà» mormora «ma fino a oggi da parte della famiglia del presidente non è giunto né un messaggio di cordoglio né un fiore». La donna si dispera: «Se mio fratello scriveva cose farneticanti, perché lo hanno trattato da delinquente? L’hanno arrestato e poi se ne sono completamente dimenticati. Se solo Michele avesse indirizzato quel dossier a chiunque altro, oggi sarebbe ancora qui».

Fonte:http://www.informarexresistere.fr/2014/02/02/storia-di-michele-riccardi-lestorsore-della-famiglia-boldrini/

Napolitano, il presidente garante dei poteri finanziari



Il presidente Napolitano ha tenuto  al Parlamento europeo di Strasburgo un discorso durante il quale, tra le altre affermazioni, ha detto “ la costruzione Europea  ha ormai delle fondamenta talmente profonde che si è creata una interconnessione così radicata tra le nostre società, tra le nostre istituzioni, e tra i nostri giovani che nulla, nulla può farci tornare indietro” ha ribadito Napolitano. Questa è stata l’affermazione più forte fatta da Napolitano nell’ambito di un discorso dove ha riconosciuto che la politica di austerità da sola non basta più “anche se era servita per il riequilibrio dei conti pubblici e non si poteva sfuggire ad una disciplina di bilancio rimasta carente dopo l’introduzione della moneta unica”; ha detto testualmente. Napolitano ha però temperato la precedente affermazione enunciando che sul debito pubblico non si può desistere da una sua graduale e progressiva riduzione”. Ha proseguito: “è’ un pesante fardello che non può essere caricato sulle generazioni future. Le ricadute in termini di recessione di PIL e domanda interna a causa dei sacrifici sono evidenti, nonostante gli sforzi della BCE di immettere liquidità”. In sostanza Napolitano nel suo discorso ha sostenuto che la costruzione europea e l’euro sono entrambi un qualche cosa di “irreversibile”. Tanto è che subito dopo ha affermato: “C’è vacua propaganda e scarsa credibilità nel discorso di quanti hanno assunto atteggiamenti liquidatori verso quel che abbiamo edificato nei decenni scorsi”.Il discorso di Napolitano era stato previsto nell’ambito delle celebrazioni del 30° anniversario dell’approvazione del trattato costituzionale europeo di Altiero Spinelli.L’impressione ricavata da questo anziano presidente, al suo secondo mandato nonostante la veneranda età (fatto unico in Europa), che si reca al Parlamento europeo per pontificare un discorso infarcito di retorica e luoghi comuni, dove riconosce (bontà sua) il fallimento delle politiche di austerità e ne chiede il riesame, dove parla di “generazioni future” senza evidenziare che il disastro di questa politica europea è stato proprio quello di produrre una generazione di spiantati e disoccupati costretti ad emigrare per trovare lavoro e prospettive.Da notare che nel suo discorso il Presidente ha però inserito una frase, quella relativa all’ “irreversibilità” della costruzione europea e dell’euro che denota il distacco dalla realtà e l’arroganza del personaggio che, evidentemente, non ha appreso le lezioni della Storia che pure dovrebbe ben conoscereCi ricordiamo che Napolitano, quando era un dirigente del PCI, progenitore diretto dell’attuale Partito Democratico, affermò in più di un suo discorso della “irreversibilità delle conquiste socialiste nell’Unione Sovietica” ed ebbe il coraggio di fare queste affermazioni anche di fronte ai fatti dell’Ungheria del 1956, quando gli insorti per la libertà a Budapest furono schiacciati dai carri armati sovietici. Anche allora Napolitano giudicò “irreversibile” il corso del socialismo nei paesi dell’est Europa e si è visto poi come è andata a finire.Bisognerebbe ricordare a Napolitano che di “irreversibile” nella Storia non c’è nulla, neppure i grandi imperi, neppure le monarchie consolidate. Anche Luigi XVI Re di Francia, aveva affermato che la monarchia in Francia fosse irreversibile e dovette ripensare a questa sua frase il 21 gennaio del 1793 quando venne ghigliottinato davanti alla folla di Parigi.Tanto meno potrebbe essere irreversibile questa costruzione di Europa che si sta evidenziando ogni giorno di più come un fallimento non solo per aver portato al disastro economico i paesi come Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, una volta fiorenti , ma anche per aver fallito sotto qualsiasi forma l’idea di aggregazione, di solidarietà di integrazione. Al contrario la costruzione europea di fatto ha determinato l’esasperazione delle conflittualità, della concorrenza e delle divergenze di interessi fra Stati, annientando in un solo colpo le forme avanzate di assistenza sociale e di diritti che le nazioni europee avevano conquistato in oltre 60 anni di storia e di lotte sociali.Siamo noi a doverle ricordare che sono i popoli, signor Presidente, quelli che determinano i cambiamenti e non c’è nessuna istituzione o costruzione politica che resista quando la volontà manifesta di un popolo, che sia in forma pacifica o in forma rivoluzionaria, decida di abbatterla.Potrebbe essere questo anche il caso della costruzione europea che al momento attuale corrisponde ad una mega struttura burocratica costituita da varie istituzioni dove il potere decisionale è stato assunto da una oligarchia tecno finanziaria centrale che decide e dispone sulla testa dei popoli e delle Nazioni. La costruzione europea resisterà  fino a quando i popoli europei non arrivino a prendere coscienza dell’enorme truffa fatta ai loro danni da parte di che ha sottratto loro la sovranità per conferirla ad una  ”elite”  di tecnocrati designati (non eletti ) che operano in base a precisi interessi dettati dal grande capitale finanziario sovrastante.Napolitano esalta la funzione dell’euro ignorando che questo non ha prodotto convergenze ma piuttosto ha accentuato le divergenze rappresentando un enorme freno per la maggior parte dei paesi che l’hanno adottato, ad eccezione naturalmente della Germania, il vero dominus della costruzione europea.Napolitano, con il suo discorso, si conferma ancora una volta come il garante della obbedienza dell’Italia ad una politica economico finanziaria stabilita dagli organismi europei che avvantaggia il capitalismo bancario (franco tedesco) e l’apparato industriale straniero (leggi tedesco) a danno degli italiani.

Povera Italia...che futuro di m....


di GIANNI FRASCHETTI -

Dopo aver dato Berlusconi per finito, spacciato, definitivamente morto, la sinistra comincia a prendere seriamente in esame la possibilità di perdere ancora una volta le elezioni. Pure con Renzi. Anche io sono convinto che finirà così ma non ne gioisco per niente. Per vincere Berlusconi dovrà raccattare tutta la spazzatura centrista che tanto ha fatto per rovinare l'Italia. Il ritorno all'ovile di Casini non è che l'anticipazione di quanto sta per avvenire. Da Alfano a Mauro arriveranno tutti, con l'appetito stimolato dalla fatica della transumanza e stiletto e veleno ben nascosti dietro la schiena. Quanto al Cavaliere che dire? Aveva avuto vent'anni per creare una classe dirigente di destra  nel partito e nei centri di potere e di comunicazione, durante i quali si è trovato pure ad avere la più robusta maggioranza mai vista in Italia. Non è stato capace nemmeno di dare una ripulita dentro Mediaset. E' andato avanti coi Mentana e gli Sposini e ancora oggi continua con  la Palombelli e i Telese, arrivando a raccattarsi pure Parenzo, in una patetica  cronaca di una morte annunciata: quella dell'Italia. Tgcom non si può guardare e fa concorrenza alla migliore Telekabul dei tempi che furono, Santoro, che era clinicamente deceduto, lo resuscitò lui, nel 1996, all'epoca di Moby Dick. Saviano, "l'intellettuale scomodo",  che non perde occasione di sputargli in faccia, dopo avere rigorosamente tirato su col naso per avere più "materiale da lancio", lo ha creato la Mondadori, altrimenti stava a coltivare pomodori nell'agro nocerino-sarnese. Questo è Berlusconi e se rivincerà, come rivincerà, non farà di meglio. Continuerà a rimestare il letame nel quale l'Italia è immersa, seguendo i consigli del Conte zio e dei suoi illuminati ispiratori. Insomma ne vedremo delle belle, siamo solo agli inizi dell'agonia che non sarà breve e nemmeno "pulita".